Si è appena conclusa la 13° Conferenza Annuale di INSP (International Network of Street Papers), la rete internazionale dei giornali di strada che oggi conta oltre 90 giornali e magazine appartenenti a 38 diversi Paesi di Africa, Asia, Australia, Europa, Nord America e America Latina.
“Speaking from the ground up: Street Papers Challenging Global Perspectives on Poverty” è il titolo dell’edizione di quest’anno, che si è svolta dal 19 al 21 Giugno in Scozia, a Glasgow.
I presenti, circa 100 delegati provenienti da 34 Paesi, si sono confrontati attraverso workshop, tavole rotonde e incontri sui vari aspetti che caratterizzano il giornale di strada: un media dal duplice valore, in quanto prodotto editoriale d’informazione indipendente e, contemporaneamente, strumento di lotta alla povertà.
Da non confondersi con la free-press distribuita in molte città d’Italia e del mondo, il giornale di strada ha un prezzo, espresso in copertina insieme alla percentuale destinata al venditore. Altra caratteristica è il fatto di essere redatto nella maggior parte dei Paesi, fra cui il nostro, da giornalisti professionisti attenti alle tematiche sociali.
Qualche nome? Per cominciare, “The Big Issue”, oggi presente oltre che nel Regno Unito e in Scozia anche in Etiopia, Kenya, Namibia, Sudafrica, Zambia, Giappone, Australia. E poi “Apropos”, “Asphalt-Magazine”, “Biss”, “Boca de Rua”, “Cais”, “Die Jerusalemmer”, “Echo”, “Gazeta Ucraina”, “Hinz &Kunzt”, “Hus Forbi”, “La Calle”, “Kralji Uice”, “Megaphon”, “Novy Prostor”, “Oca”, “Oslo”, “Journey Home”, “Straat” “Street Roots”, “Surprise”, “The Times of India”, “Trott-war”.
Il giornale di strada italiano (uno dei fondatori di INSP) si chiama “Terre di Mezzo”. E’ un mensile venduto per lo più da persone immigrate dal Senegal, che potete incontrare a Milano, a Roma e in altre città d’Italia, fra cui località balneari della Sardegna e della costa romagnola.
Per maggiori informazioni www.terre.it
Foto di Dimitri Koutsomytis