È terminato il workshop “Dignitising – Comunicare fa rima, anche, con rispettare”, ideato da Eleonora Terrile e da Guia Bellomo per trasmettere agli studenti dell’Istituto Europeo di Design (Milano) l’importanza di lavorare a partire dalle idee, dalla consapevolezza del peso di immagini e parole e dal rispetto nei confronti di tutti, a cominciare da donne e minori.
Hanno concluso il percorso, iniziato il 21 Marzo 2011, la famosa creativa, scrittrice e docente universitaria Annamaria Testa, il Presidente dell’Art Directors Club Italiano (ADCI) e Direttore Creativo di Cookies ADV Massimo Guastini; il fondatore di Enfants Terribles e Direttore Creativo di Ebolaindustries Maurizio Ratti.
A futuri art director e copywriter Massimo Guastini ha presentato il Manifesto Deontologico dell’ADCI scritto insieme ad Annamaria Testa, Maurizio Ratti e a un autore della migliore pubblicità italiana: Pasquale Barbella.
“Consapevoli che la comunicazione commerciale diffonde modi di essere, linguaggi, metafore, gerarchie di valori che entrano a far parte dell’immaginario collettivo, abbiamo individuato 8 principi guida per i professionisti della comunicazione: onestà, bellezza, appropriatezza, rispetto, correttezza, stereotipi, intelligenza, pudore.”
Pubblicato il 16 Maggio 2011 anche su un’intera pagina del Sole 24 Ore, “questo manifesto rappresenta per tutti i pubblicitari, in particolare per le nuove generazioni, uno scudo con cui difendere il proprio lavoro da chiunque tenti di svilirlo con la richiesta di banalità e facili scorciatoie”.
Annamaria Testa ha coinvolto gli studenti con l’intervento “Donne e pubblicità: esempi e coordinate per capire il caso italiano”, recentemente fatto anche al Consumer’s Forum di Roma.
Difficile riassumere in poche righe un intervento interessante dalla prima all’ultima parola. In sintesi, futuri copywriter e art director hanno avuto il privilegio di vedere una selezione di pubblicità (stampa e affissione) italiane e internazionali commentate da Annamaria Testa, che li ha invitati a usare “ironia, leggerezza e pertinenza per progettare una comunicazione efficace e non sessista”. Fra i consigli, uno ripreso da Albert Einstein “La cosa più importante è non smettere mai di domandare”.
Successivamente Annamaria Testa ha presentato con grande ironia un interessante lavoro sulla rappresentazione delle mamme e delle famiglie nella pubblicità italiana, dal quale emerge che nel nostro Paese le madri sono tutte giovani, bionde e di massimo 30 anni. I papà, invece, sono tutti bruni, scattanti, di professione impiegati e con camicia rigorosamente blu. Le cucine, spaziosissime, sono pulite e perfettamente in ordine già di primo mattino, con la tavola imbandita da succo d’arancia, biscotti, merendine, caraffa di latte. Intorno al tavolo l’intera famiglia riunita composta dai genitori e da 2 o 3 bambini sorridenti, educati, perfetti.
Peccato che dai dati ufficiali emerga una realtà completamente diversa, costituita anche da madri single, madri separate, madri con residenza in Italia ma provenienti dalla Cina, dall’India e poi da paesi africani, sudamericani, europei…
L’invito agli studenti è quello di essere vigili, curiosi, informati e di non adagiarsi su stereotipi che hanno fatto il loro tempo e che sono lontani dalla vita di ognuno di noi, a partire da tutte le persone con cui la pubblicità vorrebbe e dovrebbe dialogare.
Ringrazio Annamaria Testa, Massimo Guastini e Maurizio Ratti per la loro disponibilità e per essere la dimostrazione che lavorare con intelligenza e dignità è possibile.