Una mia recente collaborazione è quella con la Fondazione Giovanni Paolo II, che da anni lavora in diversi paesi del Medio Oriente per assicurare diritti di base alle popolazioni, a partire da sanità e istruzione.
Il progetto al quale ho prestato le mie parole ha luogo in Libano. Suo scopo è favorire il ritorno a scuola e allo studio di bambini/e, ragazzi/e profughi siriani e iracheni di religione cristiana: una minoranza perseguitata per motivi religiosi.
Devo dire che in anni di lavoro per i più svariati progetti di ong, fondazioni, agenzie ONU pensavo di averne lette di “tutti i colori”. Mi sbagliavo. Questo progetto mi ha fatto venire le lacrime agli occhi.
L’amarezza che ho provato mi è servita per dare voce a Monsignor Luciano Giovannetti, Presidente della Fondazione, in un mailing rivolto ai sostenitori, la cui lettera è stata in parte ripresa dal giornalista Fulvio Scaglione per un bell’articolo sul numero natalizio di “Famiglia Cristiana”.