Due donne.
L’una è italiana: Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
L’altra è nata in Kenya nel 1988 da genitori somali in fuga dalla guerra ed è cresciuta a Londra: la poetessa Warsan Shire.
Due protagoniste del Festival d’Internazionale a Ferrara, sul palco in giorni diversi.
Lontane, ma unite nel dare voce ai rifugiati, agli ultimi, ai respinti.
Di uomini, donne e bambini in fuga parla Laura Boldrini nel libro “Tutti indietro”, scritto nell’estate del 2009 come reazione alle politiche di respingimento attuate dal governo italiano.
A quanti urlano “tutti indietro” rispondono i versi di Warsan Shire: “Nessuno lascerebbe la casa/a meno che non sia la casa a spingerti verso il mare/a meno che non sia la casa a dirti/di affrettare il passo/lasciarti dietro i vestiti/strisciare nel deserto/attraversare gli oceani/annega/salvati/fai la fame/chiedi l’elemosina/dimentica l’orgoglio/è più importante che tu sopravviva.”
Lontane, ma unite nel raccontare le sofferenze delle donne.
“Le donne sono quelle che pagano il prezzo più alto.” – dice Laura Boldrini – “Devono sopportare la traversata del deserto, in mare, la prigionia. E poi subiscono altro. Violentate, abusate, molte sono contagiate dall’HIV. Ma su questo cala il silenzio. Chi darà loro giustizia?”
Le fanno eco altri versi di Warsan Shire: “Come fate a scrollarvi di dosso/le parole/gli sguardi malevoli/forse perché il colpo è meno forte/di un arto strappato/o le parole sono meno dure/di quattordici uomini tra/le cosce/perché gli insulti sono più facili/da mandare giù/delle macerie/delle ossa/del corpo di tuo figlio/fatto a pezzi.”
I figli.
E l’amore delle madri che arrivano al punto da farli fuggire via mare o sotto un camion per salvarli, al prezzo di non vederli mai più.
Un amore cantato da Warsan Shire: “Devi capire che nessuno mette i figli su una barca/a meno che l’acqua non sia più sicura della terra”.
Per capire occorrono “curiosità verso ciò che non conosciamo e umanità.” – dice Laura Boldrini – “Bisogna cercare di vedere l’altro come un proprio simile invece che un avversario. Bisogna vedere l’umanità nell’altro. Negli occhi di Sayed, un giovane scappato a undici anni dall’Afghanistan e arrivato in Italia dopo nove anni di viaggio e di peripezie ho visto gli occhi di Anastasia, mia figlia.”
1° Ottobre – La giornalista Concita de Gregorio presenta il libro di Laura Boldrini “Tutti indietro”.
2 Ottobre: Warsan Shire legge “La diaspora in versi”. Traduzione in italiano a cura di Paola Splendore.
Articolo scritto per il blog mio e di Sylvie Garrone “Petali Rossi – Donne in campo, diritti in fiore” (2009-2013)